L’impronta ecologica ai tempi del Covid-19. Misurare gli effetti e valutare le strategie per il “dopo”
È arrivato prima che ogni ipotesi di “Green Deal” iniziasse a produrre risultati concreti. E lo ha fatto: il rallentamento delle attività umane dovuto alla pandemia COVID-19 ha ridotto la nostra impronta ecologica.
Dopo anni in cui l’Earth Overshoot Day – la data in cui superiamo la disponibilità annua di risorse offerte dal pianeta – è risultata sempre più anticipata, quest’anno ritarderà di quasi un mese. Secondo le stime prodotte dal Global Footprint Network, l’organizzazione guidata da Mathis Wackernagel, la pandemia ha infatti prodotto una riduzione del 9,3% della nostra impronta ecologica. Ma dal momento che sarebbe più prudente non affidarsi alle pandemie per ottenere questo tipo di risultati, è utile capire se le strategie tracciate a diversi livelli della politica nazionale e comunitaria per la decarbonizzazione dell’economia sono in grado di raccogliere lo scomodo testimone che ci lascia il coronavirus.
Quali strumenti sono attualmente in campo per affrontare un “dopo” che è già oggi? Le misure annunciate e quelle già prese hanno qualche probabilità di risultare efficaci?
Partecipano alla conferenza:
– Mathis Wackernagel, CEO di Global Footprint Network e autore di “Impronta Ecologica”
– Gaia Ghirardi, Responsabile Sostenibilità di Gruppo Cassa Depositi e Prestiti
– Enrico Giovannini, Portavoce ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile
– Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico di WWF Italia
– Emanuele Bompan, direttore della rivista Materia Rinnovabile